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Roma, 4 novembre –

La polemica è esplosa in seguito all’annuncio del ricalcolo delle pensioni retributive, contenuto nella manovra in corso di discussione. Questa decisione è stata definita “inaccettabile” da Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, che rappresenta la categoria degli infermieri. Secondo Bottega, questa norma metterà ulteriormente in difficoltà una categoria già fortemente provata, spingendo molti infermieri a cercare alternative fuori dai confini nazionali o a cambiare professione.

In risposta a questa situazione, il Consiglio nazionale del Nursind ha deciso di proclamare lo stato d’agitazione. Bottega ha sottolineato che le aperture manifestate dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, non sono sufficienti a tranquillizzare la categoria, e se il governo non rivedrà questa decisione, si dichiara pronto a organizzare uno sciopero.

Secondo le stime del Nursind, un infermiere assunto nel 1992 potrebbe perdere circa 6.000 euro lordi all’anno di pensione a causa di questa modifica normativa.

Questa cifra è significativa, specialmente considerando il reddito medio di un professionista”, ha sottolineato il segretario. “Un cambiamento così improvviso nel regime previdenziale non darebbe agli infermieri il tempo di pianificare una strategia di uscita. L’unico effetto immediato sarebbe un aumento delle dimissioni nella categoria, con il rischio che l’Italia si trovi con circa 13.000 infermieri in meno, secondo quanto afferma la Fnopi (leggi qui).

Bottega ha aggiunto che la protesta non riguarda solo le pensioni, ma anche le risorse previste nella legge di Bilancio per i rinnovi contrattuali. Queste risorse sono considerate del tutto insufficienti per valorizzare adeguatamente la professione degli infermieri. Il finanziamento attuale copre appena l’anticipo della vacanza contrattuale che i professionisti percepiranno a dicembre, risultando in un apporto finanziario considerato “briciole”.

In conclusione, Bottega ha sottolineato che non ci sono prospettive di miglioramento delle condizioni lavorative ed economiche degli infermieri, né di coprire il turnover e potenziare la sanità territoriale. La categoria esprime profonda preoccupazione riguardo al futuro delle proprie condizioni professionali e di vita.

 

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